Giuseppe Comuniello

 
 

Cosa è per me la subacquea? 
Diciamo una vera e propria rivoluzione che nemmeno potevo immaginare, una esperienza di quelle che quando te la propongono, dici “non fa per me”.
Amo l'acqua e tutto quello che la circonda, infatti pratico nuoto a livello agonistico, perciò per me sia la piscina che il mare sono cose normali e anzi, le adoro.
Quando la mia ragazza per la prima volta mi ha proposto di fare un’immersione ho pensato che era una cosa che non faceva proprio per me: troppa calma e poi.....che ci fa una persona non vedente in un ambiente in cui non si possono usare le parole e anche il tatto è usato pochissimo?
Poi ho incontrato Fabio (istruttore HSA) e da li ho voluto provare, rimanendo comunque un po’ scettico; tutto il mio scetticismo, però, si è subito dissolto con la prima immersione all'oasi degli dei a Marciana Marina.
Si entra in acqua e si resta immersi con tranquillità in una dimensione particolarissima: non esiste la gravità e si può spaziare in tutte le direzioni. Tutto ciò a pensarci prima per un cieco appare disorientante e potrebbe portare panico, invece rende un senso di pace assoluta e fa si che si instauri un rapporto molto ideologico con la persona che ci accompagna, in quanto si comunica con altri canali, inusuali per le persone non vedenti.
A prescindere dal paesaggio sommerso ciò che mi fa veramente apprezzare questa attività è la sensazione che l’immersione stessa lascia nel corpo e nella mente al momento di entrare in acqua.
Una specie di sogno vigile in cui esplori posti nuovi e allo stesso tempo riesci anche a restare nel tuo corpo e a vivere fuori dal tempo.
Proseguendo con le lezioni ed i brevetti si riesce anche a divertirsi e scoprire cose anche più interessanti: ora infatti sono affascinato dai relitti e mi sento come un esploratore che può entrare in posti inaccessibili a molti, scoprirne i segreti, toccando con mano qualcosa che si trova li fermo e abbandonato ma che in passato era vivo e ferveva di attività.